Macchie d'Inchiostro

  1. E comunque, Buon Natale.

    AvatarBy Ruri il 23 Dec. 2011
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    Nella notte fra il quattro e il cinque dicembre feci un sogno. Un sogno bellissimo.
    Ho trasformato le immagini in frasi come ho potuto, nei limiti della mie capacità, ed eccolo qui.

    Un regalo complessivo, a prescindere da quello che si festeggia.


    ***



    ***






    Mi ero definitivamente persa nei vicoli del Centro Storico quando decisi, esausta, di ricorrere ad un taxi. Il primo giorno avevo tentato di prendere confidenza con la rete di mezzi pubblici della Capitale: pochi minuti persi ad uno sportello informazioni disinformato ed ore intere passare ad aspettare autobus fantasma mi avevano rapidamente dissuasa.
    Con una cartina spiegazzata alla mano e comode scarpe da ginnastica avevo deciso di affrontare l'Urbe a piedi, chiedendomi ad ogni passo come riuscissero i capitolini ad orientarsi in quella città caotica e sfrenata.
    Ormai però i piedi mi dolevano e mi sembrava di portare, invece delle fedeli Adidas, un paio di scarpe di piombo. La macchinetta fotografica mi pendeva dal collo come una macina e la cartina giaceva, inerte e stropicciata, sul fondo della borsa.
    Ero arrivata all'esasperazione.
    Quando riuscii finalmente a sedermi sul morbido sedile del taxi emisi un sospiro di sollievo: quel lusso mi sarebbe costato caro - i tassisti erano notoriamente esosi- ma… al Diavolo!
    Era Natale e potevo permettermelo.
    La macchina partì, infilandosi lentamente nel caotico traffico natalizio del centro, e una pioggerella fine cominciò a scendere dal cielo, costringendo autoctoni e turisti a scappare in cerca di riparo od acquistare un ombrello dal provvidenziale venditore ambulante, come sempre comparso dal nulla.
    Io avevo chiuso gli occhi, godendomi quel salatissimo viaggio, cullata dal rombare tiepido del motore e dal ticchettio ormai insistente della pioggia.
    Riaprii gli occhi di scatto quando la macchina si fermò bruscamente.
    Preoccupata, mi sporsi verso il sedile del tassista: "Che succede?" chiesi.
    "Perché siamo fermi?"
    Il tassista, un rugoso cinquantenne con più buchi che denti in bocca, mi portò un dito dall'unghia ingiallita dalla nicotina alle labbra e sibilò: "Ssshhh."
    Stavo per ribattere bruscamente, infastidita da quella confidenza che non gli avevo concesso, quando lo sguardo mi cadde sul parabrezza.
    Ci eravamo fermati vicino al Castello e la pioggia si era fatta più rada, ammantando il paesaggio di un'evanescente cortina grigia.
    Ma ogni goccia che cadeva sul vetro non scivolava più via, sospinta dai tergicristalli: si allargava a stella ghiacciando all'istante.
    Decine di rose di ghiaccio punteggiavano la macchina ed ogni cosa attorno a noi.
    Improvvisamente avevo freddo.
    Il tassista si...

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    Last Post by Ruri il 23 Dec. 2011
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  2. Marath e l'etrusca nel pozzo.

    AvatarBy Ruri il 20 Dec. 2011
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    Da dove gli venga il nome, di preciso, non lo sa nessuno.
    C'è chi parla di etruschi, chi di fenici, chi si stringe nelle spalle e confessa che in fondo non gl'interessa granché. Si chiama Marta, come il fiume che l'attraversa, e le uniche cose che davvero contano sono le acque nere del lago e la terra rossa.
    E' sacra quella terra, sottovoce la gente lo confessa. E' sacra, perché è rossa come sangue. E' sacra che gli etruschi la scavavano perché custodisse le loro tombe.

    Sulla terra rossa di Marta c'era una casa, ed era rossa anche lei una volta. Con i muri spessi mezzo metro perché si pensava fossero antisismici così e perché la tramontana non li facesse ondeggiare. Con la torretta che dall'alto fissava il lago e la cantina che scendeva giù fredda e umida. Odorava di muffa la cantina e sul fondo, appoggiando la mano a terra, si sentivano le tombe dei pescatori.
    Era una casa che ai fantasmi piaceva.
    Scricchiolava con il vento, veniva attraversata dai fulmini, traballava un po' sotto i terremoti lasciandogli il contentino di far scivolare giù una tegola.
    Aveva i muri rossi e le imposte verdi.

    Tutt'attorno alla casa si stendeva il giardino. C'era l'orto e poi la lunga discesa verso la vigna e il campo grande dove svettava il noce. Davanti al portico la fontana, con la ninfa che sorridendo beata strangolava il pitone, e l'alloro che ad ogni anno si faceva sempre più alto, più alto e alla fine divenne quadrato.
    Poi, lungo sentieri che non percorreva nessuno, c'era il frutteto. Gli alberi si alternavano senza nessuna logica: il nocciolo accanto al melo davanti al fico a pochi passi dal susino. E poi un altro melo, striminzito, e il mandorlo. Lungo la rete s'intrecciavano rovi pieni di more.
    Sotto al fico, un po' nascosto, c'era il pozzo. Una cisterna per raccogliere l'acqua piovana, rigorosamente chiusa. Mamma mi prendeva per mano e mi vietava di avvicinarmi, altrimenti sarei caduta nel pozzo e l'etrusca mi avrebbe portato via.
    Io l'etrusca la volevo conoscere invece. Se c'era una signora che viveva nel pozzo volevo parlarle.
    Che poi il tappo era di assi di legno marcio e si poteva sbirciare all'interno. Allora si vedeva l'acqua nera e il pallido riflesso del sole.
    Non era mai ferma, quell'acqua. Sulla sua superficie c'erano sempre delle minuscole increspature che facevano dondolare tutto e la mia ombra, quando mi sporgevo per guardare giù, s'ingrandiva e tremolava.
    L'etrusca del pozzo era un fantasma triste.
    Si era suicidata per amore, mi raccontò, per quello rimaneva nel pozzo: non poteva uscirne. Allora io le portavo i fiori, fiorellini di campo, per consolarla.
    Aveva un sorriso bianchissimo sotto tutti quei boccoli neri. Teneva i fiori fra le mani e poi li spargeva sull'acqua, a corona, e lì ondeggiavano fino ad appassire.
    Gli chiesi se era tanto triste, alla fine, essere un fantasma...

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    Last Post by Ruri il 20 Dec. 2011
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  3. Il Giuramento del DM

    AvatarBy Ruri il 7 Dec. 2011
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    Ad opera di Antonio De Leo.



    CITAZIONE
    Giuro per Tolkien Maestro e Gygax e Arneson ed il Bianco Lupo e per tutti i dadi di qualsivoglia formato, chiamandoli a testimone, che eseguirò secondo le forze ed il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto: di stimare il mio Manuale di questa Arte come il mio Mentore e recarlo sempre meco e di proteggerlo nel bisogno e che considererò le sue espansioni e moduli come parte di me e ne trasmetterò il contenuto ai miei giocatori, se essi desiderano apprenderlo; di rendere partecipi delle Regole e delle Interpretazioni e di ogni altra dottrina i miei Gruppi ed i Gruppi del mio Mentore e gli allievi legati dalla Fratellanza del Gruppo e vincolati dal Giuramento del Master, ma nessun altro.

    Regolerò la difficoltà degli incontri per il bene dei giocatori secondo le mie forze ed il mio giudizio; mi asterrò dal TPK e dall’accanimento.

    Non infliggerò ad alcun pg, neanche se richiesta, una morte indegna, né suggerirò una simile opzione; similmente, a nessun pg donna io imporrò un bikini in cotta di maglia.

    Con innocenza e purezza custodirò la mia vita e la mia arte. Non tenterò di incidere l’anima indurita del Powerplayer, ma mi rivolgerò a coloro che sappiano blandirli.

    In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per diffondere allegria e divertimento, e mi asterrò da ogni raggiro e danno volontario e da ogni azione perturbatrice delle azioni dei pg maschi e femmine, deboli o potenti.

    Quel che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori sulla vita dei Giocatori, tacerò di quel che non è necessario al Gioco, ritenendo cose simili sacro segreto.

    E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell’arte, onorato da ogni Gruppo per sempre. Mi accada il contrario se lo violo e spergiuro.

    Last Post by Ruri il 7 Dec. 2011
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  4. Das Auto

    AvatarBy Ruri il 3 Dec. 2011
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    Da piccola non avevo bambole.
    O meglio, ne avevo ma non m'interessavano: il mio istinto materno era latente anche allora, figuriamoci. Al massimo giocavo con le Barbie, per il gusto di fare storie romantiche e strappalacrime. Poi ho deciso che potevo farlo anche con i cavalli (Spirit, continuo a dirlo, mi ha rubato l'idea) e invece delle Barbie compravo i cavalli di Barbie.
    Ce li ho ancora, per chi se lo stesse chiedendo.

    I miei giocattoli preferiti comunque erano due: un garage, immenso, con le relative macchinine e una pista da corsa (di quelle elettriche, non saprei neanche come definirla: aveva i binari e le macchine facevano contatto, camminando. Qualcuno mi aiuti!). Soprattutto il garage comunque. Avevo uno svarione di macchinine, ricordo ancora un furgoncino blu con gli sportelli posteriori che si aprivano (oh no, era un Ducato!) e che io riempivo di cabuchon di ametista e una limousine vecchio stile viola con il tettuccio bianco.
    Le facevo viaggiare, sempre sulle stesse strade, e litigare fra loro: immaginavo i conducenti che s'insultavano perché la limo faceva manovra e occupava mezza strada, o il ducato si perdeva il carico. Cose così.
    Molto realistiche, ora che ci penso.

    Quand'ero piccola, in più, avevo una conoscenza automobilistica da far invidia: sapevo riconoscere ogni marca e modello di auto, più tutte le targhe (quando le targhe indicavano ancora la provincia e volevano dire qualcosa). Insomma, per avere meno di dieci anni me la cavavo.

    In più in macchina ho fatto dei viaggi allucinanti. Ed erano della auto allucinanti.
    Mi ricordo perfettamente la Ritmo, color carta da zucchero: io l'adoravo (aveva le maniglie tonde, TONDE, capite? Era di una bruttezza incomparabile) e mia madre l'odiava. Ce la rubarono e nonna parcheggiò esattamente nel posto lasciato vuoto dalla povera Ritmo.
    Mi chiedo che diamine ci abbiano fatto.



    Poi c'era l'Alfa Romeo 33. La Trentatré. Una macchina fantastica, io l'amo ancor oggi e potendo la preferirei a mille Giuliette, Mito o quant'altro. Era la Trentatré.
    Color canna di fucile, con la scritta "Pininfarina" ben in vista fra gli sportelli anteriori e quelli posteriori.
    Un turbo diesel spaventoso, non teneva le curve (ma niente eh, era terrificante) e aveva il cambio che sembrava quello di un camion da quanto vibrava. Io avevo attaccato sul finestrino del passeggero uno sticker di Simba de Il Re Leone. Fin da piccola la desiderai: volevo la patente solo per poter guidare quella macchina.
    Invece, com'era prevedibile, la Trentatré ci ha abbandonato prima che io raggiungessi l'età legale per patentarmi. Di poco, perché avevo quindici o sedici anni quando l'abbiamo rottamata, ma è andata. Mi manchi, Trentatré.

    ...

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    Last Post by Ruri il 3 Dec. 2011
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  5. Leòn

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    Grafomania
    Vampirlesque
    By Ruri il 26 Nov. 2011
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    Ad Halloween ho giocato a Vampire - Dark Ages, e mi sono molto affezionata al personaggio che avevo creato per l'occasione. E' diventato più importante di quanto credessi, per me. Tant'è che alla fine ho deciso di scrivere qualcosa per lui. Gli voglio tanto, tanto bene.


    ---




    Il sangue scivolò lungo la lama fino a cadere a terra, in una pozza che si faceva via via sempre più larga. Il ragazzo ansimò, cercando d’ignorare il sapore di sangue in bocca e il dolore pulsante al braccio destro che gli pendeva inerte lungo il fianco. Passò la lingua sui denti, sussultando dal dolore quando andò a sfiorare il buco lasciato dal molare che l’ultimo colpo gli aveva fatto sputare a terra. Alzò lo sguardo, appannato, verso le mura di Leòn, piena di grida, fiamme, fumo.
    Si rese conto all’improvviso, vedendo quattro cavalieri dirigersi a spron battuto verso di lui, che ventitré anni sono troppo pochi per morire.
    Per morire sotto le mura di una città perduta, nel sangue e nel fango. Per morire fuggendo.
    Fece una smorfia e si preparò ad assorbire l’impatto: con un po’ di fortuna non l’avrebbero decapitato in corsa. Con un po’ di fortuna ne avrebbe portato almeno un altro con sé, prima di essere trafitto e cadere nel fango.
    I cavalieri si avvicinavano rapidi e implacabili.
    Sollevò piano la sciabola, cosciente di non essere in grado né di fuggire né di sopravvivere all’urto. Morire per morire, a ventitré anni, decise in quel momento che sarebbe morto a fronte alta.
    Sputò un grumo di sangue sul terreno, ergendosi in tutta la sua altezza: era imponente, per quanto sporco, lacero e ferito.
    I cavalli s’impennarono a pochi passi da lui, e i soldati cominciarono a schernirlo, le lance puntate contro il suo petto. Sforzandosi sarebbe riuscito a riconoscere quel dialetto, quell’idioma franco tanto odiato. Ne conosceva qualche parola, ma non le voleva ricordare. Non aveva la forza anche per ricordare.
    Attese.
    Un cavaliere smontò, divertito. Sangue gl’imbrattava l’armatura una volta lucente ora ammaccata in più punti. Si squadrarono, due visi coperti di polvere e fumo, entrambi con l’odore della guerra sulla pelle.
    Khaled alzò la sciabola, ma non fece in tempo a fare neanche un passo. Il giavellotto del secondo cavaliere gli attraversò la spalla sana, inchiodandolo a terra con un grido di dolore. Fissò il cielo con rassegnazione, imprimendosi nella mente le strisce di fumo nero che tagliavano l’azzurro: stava morendo per il cielo di Al Andalus e voleva ricordarlo, anche dopo la morte.
    Il viso ghignante del franco entrò nel suo campo visivo. Un sorriso sempre più grande, mentre alzava la spada per dare il colpo di grazia.
    Khaled non chiuse gli occhi e lo vide. Vide quel sorriso allargarsi, ed esplodere come un bocciolo rosso sangue. Vide una mano nera ritrarsi dalla nuca del franco, dopo avergli strappato con facilità mezza testa. Sentì il fruscio delle spade sguainate e le urla dei moren...

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    Last Post by Ruri il 26 Nov. 2011
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  6. Dalli all'Untore!

    AvatarBy Ruri il 10 Nov. 2011
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    Sto male.
    Questo è un dato di fatto: sono raffreddata, sto tossendo via i polmoni, ho un mal di testa lancinante e mi bruciano gli occhi. Spero solo di non avere la febbre.

    Sto male, appunto. Tanto da strozzarmi tossendo, da consumare pacchi su pacchi di fazzolettini di carta e da desiderare ardentemente il letto.

    Non è una colpa, immagino. O almeno io non ho mai visto la malattia come una colpa (alcuni bigotti cristiani d'altri tempi sì, ma per fortuna non faccio parte della specie). Potrei provare schifo per un malato, se questo fosse ricoperto di piaghe purulente, o gli uscisse sangue da tutti gli orifizi, o fosse piegato in due a vomitare bile. Potrei, ma non mi succede. Ho visto cose peggiori a Lourdes e comunque sono abbastanza intelligente da rendermi conto delle condizioni di un malato.
    Purtroppo ho un pessimo vizio però: penso che la gente reagisca come reagisco io.
    O in maniera molto simile.
    E se posso scusare che a qualcuno facciano schifo i ragni (a me non danno problemi) o le cavallette (idem) o l'antropofagia; decisamente non posso scusare qualcuno che, davanti una persona che si sta strozzando tossendo, non è in grado di dire altro che "oh però stammi lontana che mi riempi di germi".

    Cosa?
    Scusa puoi ripetere?
    Non ti sto starnutendo in faccia. Non lo sto facendo volontariamente, sto soffrendo e tu l'unica cosa che sei in grado di dirmi è "allontanati"?
    Ma sei deficiente?
    Non pretendo infermiere. Non voglio che qualcuno che a malapena considero amico mi rompa i coglioni. Libero di pensare quel che vuoi ma, almeno, abbi la decenza di startene zitto.

    Se poi fai così davanti a qualcuno con un semplice raffreddore (no davvero, ti fan sentire un appestato) spero che tu non debba mai finire in mezzo a gente con malattie peggiori. Perché cosa faresti? Un bel foro d'areazione in testa, così non ti contagiano?

    Se fossi una persona vendicativa vi augurerei lebbra, colera e sifilide.
    Dalli all'untore.
    Last Post by Ruri il 10 Nov. 2011
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  7. Innuendo

    AvatarBy Ruri il 8 Nov. 2011
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    Ho sempre avuto la sindrome delle tre di notte. O del mattino che dir si voglia.
    Un tempo, semplicemente, arrivavo alle tre per mancanza di sonno: non mi andava di andare a dormire e tiravo per le lunghe leggendo, scrivendo, cazzeggiando in varia maniera.
    Ora invece arrivo alle tre e sonno l'avrei anche.
    Ma non posso permettermi di andare a dormire.
    Così ho trovato un sostegno: quello che un tempo mi serviva per far venire sonno ora mi serve ad allontanarlo; leggere, scrivere, cazzeggiare.

    In maniera del tutto arbitraria, forse per caso, per fortuna o per disgrazia, ho instaurato un piccolo rituale delle tre.
    Quando mi ritrovo ad affrontare questo periodo della notte ormai agisco in automatico. E non con i Queen, malgrado il titolo.
    Apro EFP e vado a leggere Innuendo. Di nuovo.
    Non c'è un motivo preciso per cui lo faccio. Non c'è un motivo preciso per cui proprio Innuendo. Semplicemente la trovo lì.
    L'avrò letta una decina di volte ormai ma continuo, imperterrita, ad arrivare alle tre e rileggerla. Forse un bel giorno a forza di far così l'imparerò a memoria, chissà.
    Una cosa sola posso dire: grazie, a voi che la scrivete. Grazie, perché nella notte buia mi tenete per mano.
    Ed è come avere accanto un amico, una pacca sulla spalla e qualcuno che ti scompiglia i capelli dandoti la forza di resistere persino alla notte. Di non farti ingannare né dal frinire dei grilli d'estate né dalla danza della pioggia d'autunno.
    Ed arrivo così fino alle quattro.
    Guardo l'orologio: solo altre tre ore. Sorrido.
    Tre ore da soli possono essere un tempo lunghissimo. E' una fortuna avere compagnia.
    Last Post by Scorpio No Milo il 8 Nov. 2011
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  8. Non sono cattiva, è che mi disegnano così

    AvatarBy Ruri il 25 Oct. 2011
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    Di solito sfrutto la mia cattiveria latente per trasformarla in qualcosa di buono.
    Stasera no.
    Stasera non sono in grado.
    Stasera la stupidità umana mi ha massacrato così tanto le gonadi da farmele crescere e cadere sfatte almeno quattro volte.

    Quindi mi sfogo. Qui, perché bene o male questo è il mio angolino e chi non ha piacere a leggere tutto questo può anche levarsi di tre passi dai coglioni.
    Sì cari, nel caso dico a voi. Passi lunghi e ben distesi, l'uscita è da quella parte.
    Ma so che chi ha questo link, chi s'interessa di quest'angolo di mondo, capisce i miei stati d'animo e può al massimo ghignare maleficamente.
    Cercherò di essere parca. Non farò nomi, in questo sfogo.
    Non farò troppi riferimenti.
    Cercherò, in sostanza, di essere diplomatica.

    Primo Tempo: I Moralisti (aka:anche Catone se lo sono mangiato i vermi)
    Ci sono giorni in cui mi fanno ridere.
    Si mettono lì con il ditino artigliato e cominciano a ciarlare, spesso in italiano a mala pena comprensibile, giudicando ogni tuo minimo gesto. Poi alzano lo stesso ditino al cielo ed invocano su di te la Legge Divina: sciagura a te, sciagura a te, eretica!
    Alcune volte mi fanno ridere, appunto. Mi divertono, come si diverte Loki a convertire suore partendo da Alice attraverso lo Specchio Magico (cit. Dogma).
    Oggi, no.
    Oggi mi fa incazzare che tu, illustre sconosciuto privo della minima rilevanza ai miei occhi e a malapena classificabile come appartenente alla mia stessa specie (a volte preferirei essere un Kiwi. Almeno sarei estinto e non dovrei sopportare consanguinei stupidi), ti possa permettere di giudicarmi. In nome di una qualche Legge Divina.
    E ancor di più m'infastidisce che tu possa decidere di compatirmi.
    Compatirmi?
    E per cosa? Per non aver visto la Luce? Oh, scusa non mi chiamo Jake Blues.
    Per non capire cosa sarebbe meglio per me? E tu che ne sai di cosa sarebbe meglio per me.
    Per non essere in grado di discernere il male che mi fanno certe pratiche assassine? Capisco il fumo (e anche su quello, vi garantisco, non rompetemi le scatole. A seconda dei giorni ho una tolleranza molto limitata ai fumo-moralisti), ma il gioco di ruolo? La musica metal? Il Signore degli Anelli?
    Per Dio.
    Pregate chi vi pare.
    Seguite i costumi che preferite.
    Ma fatevi un pacchetto di cazzi vostri e non rompetemi le palle.

    Secondo Tempo: Gli Artisti (aka: è inutile che ci provi, non lo sai fare. Anzi, fa proprio schifo.)
    Oh.
    Io non so fare tante cose.
    Però di alcune sono abbastanza certa. Mi sono messa alla prova, ho cercato di migliorare, mi sono sforzata e ho avuto i miei risultati.
    Io sono la prima a stimare gli artisti. Ho la fortuna di conoscerne, in molti ambiti. Poi ho la sfortuna di conoscere anche gente che ci prova ma no, cari, non siete capaci.
    Se non sai neanche con che mano tenere la penna, è inutile che provi a scriver...

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    Last Post by Ruri il 25 Oct. 2011
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  9. AAA: Cercasi Maestro Disperatamente

    AvatarBy Ruri il 17 Oct. 2011
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    Ho freddo.
    Questa è un'importante premessa, perché quando ho freddo i miei neuroni vanno a farsi friggere e le mie facoltà intellettive calano di conseguenza.
    Per fortuna, mia e degli altri, non ho freddo così spesso. Un tempo ancor meno ma mi avvertono dalla regia che forse sto invecchiando.
    O forse è colpa dei termosifoni spenti, tutto può essere.
    Fatto sta che ho freddo e che questo post deve essere considerato relativamente a questa premessa.

    Orbene, parliamo di cose non serie (come ho detto poco fa non sono nelle condizioni psico fisiche adatte per parlare di cose serie. E ci sarebbe molto da dire, ma comincio ad essere stanca dei soliti discorsi triti e ritriti: lascio ormai che a parlare di politica e di quanto va male il nostro paese sia la gente pagata per farlo. Io mi faccio meno il sangue amaro e loro fanno finta di guadagnarsi lo stipendio; e siamo tutti felici). Proprio oggi stavo rimuginando su una questione fondamentale dell'universo Saint Seiyano.
    Il Cosmo.

    Kurumada, nella sua saggezza (alcuni la definirebbero fortuna o più prosaicamente: "serie infinita di botte di culo") ha dichiarato all'inizio della serie che tutti possiedono il Cosmo.
    Tutti per dire tutti.
    Quindi anche io, o Gino l'allegro vicino o Keplero il gatto nero (forse Keplero no, và). Ovviamente partendo dal presupposto errato che l'universo di Kurumada sia reale. Ma ci piace, ci è sempre piaciuto, speculare sul nulla. Dev'essere qualche rimasuglio di quando studiavo filosofia al liceo questa speculazione sul vuoto assoluto.
    Allora, tutti possiedono un Cosmo. Quello che differenzia la massa di cassiere della Coop e giovani quattordicenni in vacanza in Grecia dai Saints&Co è che mentre i Saints&Co lo sanno usare, il Cosmo, noi anche se ci sforziamo al massimo possiamo farci venire mal di testa.
    E fin qui, tutto a posto.
    Ma ecco la domanda fondamentale, il quesito esistenziale, quella la cui risposta è indubbiamente 42.

    Se invece lo sapessimo usare, 'sto Cosmo?
    *cerca di calmare la folla in delirio che ha cominciato ad urlare "Eresia!" "Maleficio!" "Bruciamo la Strega!" "Expelliarmus...!"*
    State buoni. Non è niente di terribile. Non sto dicendo che vorrei diventare una Mary Sue, la sorella di Shura o la mamma di Shaka, avere il Cosmo risolvere i problemi e detronizzare definitivamente Saori perché ha una tinta di capelli improponibile.
    Assolutamente.
    Ma sapere usare il Cosmo quel tanto necessario per fare uno *sbrill* ogni tanto non sarebbe poi così male.
    Ragionate con me: con il Cosmo non sentiremmo freddo o caldo. (Sì, tutto questo è sempre correlato alla premessa di cui sopra. Sì, fa veramente tanto freddo e Winter is coming e vorrei delle pellicce di Lannister con cui coprirmi. Invece devo accontentarmi della copertina) Basta guardare Hyoga e Camus in Siberia! Stanno tranquillamente...

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    Last Post by Ruri il 17 Oct. 2011
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  10. Il mio fidanzato ed Io

    AvatarBy Ruri il 1 Oct. 2011
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    Non so bene come ci riesca ma, da che lo conosco (ormai son sei anni quasi che stiamo insieme, dannazione. Siamo una coppia rodata. Siamo sposati praticamente!), il mio fidanzato è sempre stato in grado di tirar fuori il meglio di me.
    Assieme a lui sviluppo le teorie più imponderabili, i personaggi più assurdi, le trame più imperscrutabili.
    Di solito sono scemenze. Di quelle che durano da un lato all'altro dell'Arno, mentre attraversiamo mano nella mano il Ponte di Mezzo.

    Però sono cose graziose, un magnifico sforzo mentale anche se privo di scopo. Ogni tanto ruoliamo i nostri personaggi, sempre camminando mano nella mano.
    I nostri personaggi no, non camminano così. Anche perché uno è etereo e l'altro è fobico riguardo al senso del tatto, però è una cosa simpatica.
    E io sono felice di poter frequentare una persona che mi rende in grado di certi arzigogolamenti mentali: cose tipo "Shura è un Titano".
    Parliamo di stronzate, per buona parte del tempo: cose malefiche e dannose per l'umanità come i GIOCHI DI RUOLO (Oh, D&D! Sei tu la causa di tutti i mali! Giuoco satanico che diffondi le teorie sull'Anticristo e spingi giuovani innocenti a diventare Templari, notoriamente malvagi!) o fandom variabili come Saint Seiya (I Cavalieri dello Zodiaco, per chi -ancora- non lo sapesse.).

    Ogni tanto parliamo anche di cose serie, ma è avvilente. Finiamo per desiderare il ritorno del caro vecchio, simpatico Terrore (ah, i giacobini. Non vanno mai fuori moda!).
    Lascio un estratto di conversazione così, per i posteri.

    Io: "Ma se Athena ha un esercito, Hades ha un esercito, Apollo ha un esercito... ce l'avrà anche Hermes?"
    Lui: "Sicuramente. Tutti ladri."
    Io : "...berlusconi è un Saint di Hermes?"
    Lui: "...Sivio è troppo anche per Hermes. Ha una dignità, cribbio! E' un Dio! Uno psicopompo!"

    Io: "Zeus non era così alla mano, eh. Pensa a Prometeo."
    Lui: "Quella è stata colpa di Hera."
    Io : "...che c'entra Hera adesso."
    Lui: "Ma sì. Zeus era lì tranquillo. Suvvia, so ragazzi. Una lavata di capo e via. Invece Hera no! Tutta impettita! E li devi punire, e i no che fanno crescere, e ti ricordi l'ultima volta che un Titano ha alzato la testa che stava succedendo, e non ci sono più le mezze stagioni, e se non lo punisci in maniera esemplare darai l'impressione di essere debole..."
    Io: "..."
    Lui: "Insomma, è Hera che governa, lo sapevamo già questo. Scartavetrando i maroni al povero Zeus."
    Io: "Ma poi trombano come mandrilli."
    Lui: "Ci mancherebbe."
    Last Post by Ruri il 1 Oct. 2011
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