Macchie d'Inchiostro

  1. Leòn

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    Grafomania
    Vampirlesque
    By Ruri il 26 Nov. 2011
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    Ad Halloween ho giocato a Vampire - Dark Ages, e mi sono molto affezionata al personaggio che avevo creato per l'occasione. E' diventato più importante di quanto credessi, per me. Tant'è che alla fine ho deciso di scrivere qualcosa per lui. Gli voglio tanto, tanto bene.


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    Il sangue scivolò lungo la lama fino a cadere a terra, in una pozza che si faceva via via sempre più larga. Il ragazzo ansimò, cercando d’ignorare il sapore di sangue in bocca e il dolore pulsante al braccio destro che gli pendeva inerte lungo il fianco. Passò la lingua sui denti, sussultando dal dolore quando andò a sfiorare il buco lasciato dal molare che l’ultimo colpo gli aveva fatto sputare a terra. Alzò lo sguardo, appannato, verso le mura di Leòn, piena di grida, fiamme, fumo.
    Si rese conto all’improvviso, vedendo quattro cavalieri dirigersi a spron battuto verso di lui, che ventitré anni sono troppo pochi per morire.
    Per morire sotto le mura di una città perduta, nel sangue e nel fango. Per morire fuggendo.
    Fece una smorfia e si preparò ad assorbire l’impatto: con un po’ di fortuna non l’avrebbero decapitato in corsa. Con un po’ di fortuna ne avrebbe portato almeno un altro con sé, prima di essere trafitto e cadere nel fango.
    I cavalieri si avvicinavano rapidi e implacabili.
    Sollevò piano la sciabola, cosciente di non essere in grado né di fuggire né di sopravvivere all’urto. Morire per morire, a ventitré anni, decise in quel momento che sarebbe morto a fronte alta.
    Sputò un grumo di sangue sul terreno, ergendosi in tutta la sua altezza: era imponente, per quanto sporco, lacero e ferito.
    I cavalli s’impennarono a pochi passi da lui, e i soldati cominciarono a schernirlo, le lance puntate contro il suo petto. Sforzandosi sarebbe riuscito a riconoscere quel dialetto, quell’idioma franco tanto odiato. Ne conosceva qualche parola, ma non le voleva ricordare. Non aveva la forza anche per ricordare.
    Attese.
    Un cavaliere smontò, divertito. Sangue gl’imbrattava l’armatura una volta lucente ora ammaccata in più punti. Si squadrarono, due visi coperti di polvere e fumo, entrambi con l’odore della guerra sulla pelle.
    Khaled alzò la sciabola, ma non fece in tempo a fare neanche un passo. Il giavellotto del secondo cavaliere gli attraversò la spalla sana, inchiodandolo a terra con un grido di dolore. Fissò il cielo con rassegnazione, imprimendosi nella mente le strisce di fumo nero che tagliavano l’azzurro: stava morendo per il cielo di Al Andalus e voleva ricordarlo, anche dopo la morte.
    Il viso ghignante del franco entrò nel suo campo visivo. Un sorriso sempre più grande, mentre alzava la spada per dare il colpo di grazia.
    Khaled non chiuse gli occhi e lo vide. Vide quel sorriso allargarsi, ed esplodere come un bocciolo rosso sangue. Vide una mano nera ritrarsi dalla nuca del franco, dopo avergli strappato con facilità mezza testa. Sentì il fruscio delle spade sguainate e le urla dei moren...

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    Last Post by Ruri il 26 Nov. 2011
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