Il famigerato Modulo K si avvicina. Si profila all'orizzonte.
Sul sole al tramonto.
Con il sottofondo di grilli e nitrire di cavalli.

E forse ho sbagliato film.

No, davvero. Sto per partire per il Modulo Kombat, l'addestramento intensivo. Di quelli che si vedono nei film, dove strisci per terra e ti rompi le unghie e i denti cercando di superare il muro del pianto.
E non ce la fai. Mi sentirò molto il Soldato Palla di Lardo, già lo so, e cercherò di sopravvivere come meglio posso. La cosa tremenda non è tanto l'addestramento in sé, alla fine dei conti. Insomma, a quello posso bene o male sopravvivere (si spera).

E' Remanzacco.
Quattro case e un tabacchino.
Chilometri 18 dalla Slovenia.

UDINE.

FRIULI VENEZIA GIULIA.

Un po' come dire "A casa di Cristo" insomma. Due mesi, otto settimane, massacranti. Durante i quali forse la vedrò una licenza ma certo non potrò tornare a casa.
E mi lamento io che abito a Sutri, figuriamoci i poveri Siciliani/Sardi/Pugliesi/Calabresi.

Cercherò davvero di sopravvivere, la lontananza mi abbatte un po' ma... si fa quel che si deve fare.
Però davvero, la parrucchiera poteva farmeli meglio sti caspio di capelli. Porca vacca.

Ai tempi del liceo chiamavo il Convitto, dove ho vissuto tutto l'ultimo anno, la "Caserma".
Ad oggi mi rendo conto che il soprannome era azzeccato solo fino ad un certo punto. I ritmi erano simili ma la gente, quella no.

Quando sono partita per il RAV mia madre mi disse questa frase: "Ad Ascoli si entra piangendo e si esce piangendo."
Non le credetti, un po' perché non ho pianto entrando ad Ascoli e un po' perché ero convintissima che sarei uscita da lì facendo i salti di gioia. Altro che piangere!
Bhe, lo ammetto. Mi sono sbagliata, uscirò da lì piangendo lacrime amarissime.
Le persone, il clima, che ho trovato ad Ascoli forse non lo troverò più da nessun'altra parte. Oh certo, al reparto ci sarà altra gente e sono convinta mi troverò bene, ma non avrò vissuto con loro quei dannatissimi primi quindici giorni che volevano spezzarci le reni.
Non sarà con loro che avrò fatto il giuramento, marciato sotto il sole, imparato per la prima volta l'attenti e il riposo.
Non saranno loro ad avermi insegnato come si smonta un fucile, il mascheramento, i passi notturni e diurni e come si legge una bussola.
Non avremo le stesse esperienze, non rideremo degli stessi avvenimenti e anche raccontandoli non potrebbero capirli.
Per questo mi dispiace lasciare il RAV. Era una seconda casa ormai, anche se tornarci dopo una licenza non era mai tutta st'allegria. Però superavo la porta carraia e tornavo a casa, fra persone amiche, a sorridere e ridere.
Mi mancherà e mi porterò i ricordi di quest'esperienza nella mente e nel cuore. Anche se forse alcune persone non avrò più modo d'incontrarle, che chi è stato spedito a Torino, Novara, Lecce, Sassari... e chi mai li vedrà più purtroppo?
Non urleremo più insieme "Selo Korite" o "Piceno" all'alzabandiera, non passerò con loro giornate massacranti di addestramento.
Le nostre strade continuano parallele ma distanti, a fare tutti la stessa cosa ma in luoghi diversi e purtroppo molto lontani.
La vita militare è così, converrà farci callo adesso.

Il RAV è finito, non c'è altro da dire.
Aspetto con ansia il futuro che mi attende a Pisa e allo stesso tempo vorrei tornare indietro a quel 22 Marzo e rivivere tutto, anche i giorni peggiori.
Non posso farlo, quindi tanto vale farsi forza e andare avanti.

Grazie, Aquile.
Che, l'abbiamo sempre saputo, la Prima Compagnia è la migliore. E noi siamo e saremo sempre le migliori dei migliori.
Anche e soprattutto grazie a Mario Rossi.
A presto ragazze, vi voglio bene.

Torno a casa dalla caserma con un sacco di buoni propositi e non ne metto in pratica neanche uno.
Sono una pessima persona.

Voglio rimanere a casa çOç
Sob çOç

*abbiamo presentato: il momento di malinconia random*

Nella mia vita ho abitato in un sacco di case. In affitto, of course.
Mi ricordo molto bene la casetta di via Stasi perché era un buco. Avevo ancora gli anni ad una cifra sola e lì la Befana mi portò un cavallo a dondolo.
Al tempo c'era Ian, disegnava benissimo gli alberi. Io non ci sono mai riuscita, tanto per dirne una.

Quando ci trasferimmo a via Trionfale andavo ancora alle elementari. Non ci siamo rimasti moltissimo, ma ricordo che c'era un fioraio poco lontano da casa. Io passavo lì davanti tutti i giorni e ogni tanto chiedevo a mia madre: "Mamma, mi compri un fiore?"
Mamma non me lo comprava mai.
Il fioraio però s'impietosiva e me li regalava (forse è per questo che mamma non si prendeva briga di comprarmelo, tanto mi arrivava uguale e per di più gratis. Mica fessa).
Mi son sempre piaciuti i fiori, principalmente perché mi piacciono le cose colorate, anche se mi manca quasi del tutto il pollice verde: datemi una pianta e state certi che la ucciderò.
No aspetta, il mio lillà è ancora vivo. Forse perché sta lì buono e non lo tocco.
Mi è tornato in mente tutto questo oggi mentre camminavo per le strade di Viterbo: c'è San Pellegrino in fiore.

Per gl'ignoranti (nel senso che ignorano, non che sono delle capre), ora spiegherò cos'è sta roba. San Pellegrino è il quartiere medievale di Viterbo e fra oggi e domani l'hanno abbellito con decorazioni vegetali: fiori, frutti, ortaggi e via questo passo.
Molto, molto bello, malgrado la pioggia.
Piove, governo ladro.

Quindi oggi ho passeggiato in mezzo ad una città fiorita. Era bello, ma nessuno mi ha regalato un fiore. Questo mi ha resa un po' triste ma penso che me ne farò una ragione, anche perché sono comunque felice di essere entrata in un labirinto (creato per l'occasione); speravo di trovarci il minotauro al centro invece c'era una palla bianca alta quanto me.
Forse era l'uovo di minotauro. Ho fatto bene a scappare.
E poi c'erano i templari, sìsì. E i vestiti di Madame de Pompadour in miniatura (oddei, il rococò francese mi uccide, quanti dannati fiocchetti). E c'era l'Esercito anche lì, anche oggi che sono in licenza. Ho visto un Generale da vicino e ora sono più contenta; meno male che non ero in divisa o mi si sarebbe staccato il braccio a forza di salutare i superiori.

Ma soprattutto i templari. Erano bellissimi.
Ho deciso: da grande voglio fare il templare.

Quello che faccio sempre insomma.
Così, scrivere a caso quel che mi passa per la testa.

Per esempio, un saluto a tutti, ora che torno in quel di Ascoli (allegra Ascoli) e chissà quando avrò la prossima licenza. E' dura ripartire, sì!
Poi sono una persona fondamentalmente pigra, quindi l'idea di tornare ad alzarmi ad orari improbi per fare cose atroci un po' mi uccide. Insomma, si sta tanto bene a casa!
Ma so che quando sarò nuovamente lì dentro, in quell'amenissimo luogo (e non sono ironica!) non mi troverò poi tanto male. Eh no.
Però continuerò ad avere nostalgia di casa e delle mie cose, delle mie persone. Quelle persone che considero importanti e mie.

In più Ginevra ha appena partorito. Che gatta patriottica che ho, la prossima volta quando lo farà? Il 21 Aprile per festeggiare il Natale di Roma? Il 2 Giugno? Il 20 Settembre?
Chissà. Intanto una gattina la chiamiamo Italia così magari è contenta. E uno lo chiamiamo Wraith. Anche gli Spectre hanno i loro punti deboli.

"E comunque dopo ti ammazzo"
*questa frase la capiranno in tre, ma va bene lo stesso*

Ci son tante cose che voglio fare, a parte continuare ad allenarmi per il militare! Tante!
Avrò mai il tempo di farle? Spero proprio di sì, maledizione. Devo scrivere, scrivere! Non posso lasciare In Flames così indietro.
E poi devo dare un bg al povero Konrad. E' appena nato ma se lo merita su, il mio caro shape shifter.
Shhhhhh non ditelo a nessuno, è ancora un segreto.

Gh. Dovrei piantarla di fare post sconclusionati come questo. Adesso ci metto una bella immagine edificante, ecco!
Attimo che la trovo eh.
Un secondo.


*nonsense*

Edited by Ruri - 4/3/2014, 18:38

Soheil è un pony.
Soheil ha un pony.

Esistono i Sea Ponies. <--- *non c'entra niente*

Io conosco della gente che fa cose atroci. Atrocissime.
Che mi fanno un male agli addominali che la metà basterebbe.

Queste cose qui insomma.

Grazie, June.

La prima!
Speriamo non l'ultima che diventa grave se no.

Ma ho una licenza!
Oddei, mi sento un po' male.

Non so se sono ansiosa.
Non mi pare di esserlo, non più del solito insomma. La notte prima degli esami di solito sto peggio che ora.
Sarà che so di non poter far niente, ancora. Che tutto è da decidere, da affrontare.
Insomma, che deve ancora arrivare. Domani.

Non sto andando in guerra, nel senso letterale del termine. Non sparirò, probabilmente, per più di un mese. Poi si vedrà, in qualche modo mi organizzerò e non perderò i contatti.
Certo è che mi mancherete. Mi mancherete tutti.

Che post sconclusionato che ho fatto!
In effetti non c'è molto senso. Un saluto forse, un altro. Non l'ultimo per carità non me la tirate, vorrei tornarci viva dal RAV!
E anche da tutto il resto!

Auguratemi buona fortuna al massimo, di quella penso avrò parecchio bisogno!
E spero proprio almeno di star bene in divisa.

Evan
So a priest, a rabbi, and a chicken walk into a bar.

19:46
Jeff
I'm pretty sure I've heard this one before
So what happens next?

19:46
Evan
If I remember correctly, they explode outward at the speed of light.
But that might be if you cross the streams...

19:47
Jeff
... thus negating all existence!

19:47
Evan
Precisely! it's a risk one takes whenever one walks into a bar, I'm afraid, especially if one is a chicken.



Chiunque usi Adium dovrebbe conoscere Jeff ed Evan.
Ricordatelo.