Ammetto di non ricordare da dove provenga, ma in compenso ricordo quasi perfettamente di cosa parlasse. Forse era Italo Calvino, forse no, se qualcuno dovesse riconoscerlo per me mi farebbe un favore a farmelo sapere.
Comunque c'era questo racconto breve, più o meno, che parlava della forza dei divieti.
Di come, in sostanza, vietare qualcosa fosse il miglior modo per far venir voglia di farlo.
Vietato leggere, per aprire un libro.
Vietato dormire, per dormire saporitamente.
E così via.
Qualche tempo fa ho visto, in un parco giochi, questo divieto:
"E' vietato l'uso dei giochi ai maggiori di anni 10."
Ci sono rimasta.
Prima di tutto, per motivi strettamente personali: io volevo salire sull'altalena e sono passati un po' di anni da quando potevo classificarmi minore di anni 10. Non potrei neanche far finta di esserlo, come quando mio padre mi portava al cinema da bambina e per farmi avere il ridotto mi diceva: "Stai bassa!"
Adesso dovrei strisciare e continuerei ad essere un decenne poco credibile.
Ma soprattutto ci sono rimasta per i bambini.
Figuratevi questa scena. Questo bambino, lo chiameremo Marco per comodità, con un fratellino più piccolo, che chiameremo Mirko per comodità.
Marco ha undici anni, Mirko ne ha nove. Quindi Mirko può andare sullo scivolo e Marco no.
I genitori disperati, la madre si tormenta le mani, il padre fuma una sigaretta dietro l'altra rigorosamente fuori dal parco giochi perché non può fumare all'interno.
Marco intanto guarda il divieto, mentre Mirko gli tiene la mano e aspetta che il fratellone lo accompagni a giocare. Ma lui non può, è vietato. Sta scritto lì.
Allora lo sguardo corre alle figure di riferimento per eccellenza: i genitori.
La madre si tormenta le mani, il padre schiaccia il mozzicone di sigaretta sotto il tacco, poi se ne pente lo raccoglie e lo butta nel cestino lì di fianco.
Ed ecco che da questo scenario, si prospettano le più grandi tragedie.
Soluzione 1:
I genitori dei bambini gli dicono che quello è un divieto cretino, che anche se hai undici anni puoi salire sullo scivolo. Marco prende Mirko per mano e vanno a giocare più o meno felici. Ma Marco non si dimenticherà mai che i suoi genitori lo hanno indotto ad infrangere la legge. Questo lo segnerà per la vita e lo porterà sulla cattiva strada.
Anni dopo la madre dirà sconsolata: "Se solo l'avessi trattenuto! Se solo non l'avessi fatto salire sull'altalena!"
Ma allora sarà ormai troppo tardi.
Soluzione 2:
I genitori dei bambini fanno andare a giocare solo Mirko e Marco resta a guardare.
Mirko non si divertirà tanto come si sarebbe divertito con suo fratello e Marco, dal canto suo, coverà un odio profondo verso quel divieto che lo ha separato da un pomeriggio di giochi e costretto a rimanere su una panchina ad annoiarsi. Dondolerà le gambe e farà i capricci e i genitori s...
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