Macchie d'Inchiostro

  1. Le Montagne della Fede

    AvatarBy Ruri il 15 Dec. 2014
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    Qualche giorno fa, circa una settimana, sono stata in Lombardia because of reasons.

    La mia permanenza di giorni dieci in territorio lombardo mi ha portata a vagare come una trottola, avente come unica base di riferimento la ridente (ah ah) cittadina di Como, sul lago omonimo per chi non lo sapesse. Da lì, sono andata più o meno ovunque mi portasse il cuore. Quel che ho visto in quei pochissimi giorni lombardi mi ha lasciata sconvolta, e qui ve ne farò un brevissimo resoconto.
    Sottolineando la fortuna invereconda di capitare a Milano proprio il giorno in cui all'Alcatraz suonavano gli Epica e i Dragonforce, non solo trovare il biglietto per un concerto che ha fatto sold out ma persino riuscire a farmi fotografare con i Dragonforce. Il mio piccolo cuore di fangirl ha perso un battito in quell'epico (ah ah) 25 Novembre.

    Ma non divaghiamo.
    Sono riuscita a dormire in letti diversi per quattro notti filate, saltellando fra Como, Milano, Pavia e Lecco. Ad un certo punto provavo il profondo desiderio di fermarmi a piangere. E dovendo scendere un posto dove fermarmi a piangere avrei probabilmente scelto Monza, perché continuavo a passare per quella stazione per cambi vari ed eventuali.
    I Promessi Sposi incidono nella mia esistenza e in quella di molti altri disperati come me più di quanto ci piacerebbe ammettere (avete tutti pensato alla monaca, ammettetelo).

    La Lombardia mi ha sorpresa.
    E sì che mi era già nota: il primo viaggio della mia vita fu proprio un Roma-Milano andata e ritorno quando ancora non avevo neanche un anno. Conosco a memoria tutti gli autogrill dell'A1 da Roma a Melegnano.
    Senigallia continua a farmi ridere ogni volta che ci passo davanti.
    Barberino è il mio preferito.
    Mi sono fermata una volta a Roncobilaccio e l'ho insultato.
    Sono anni che mi riprometto di fermarmi anche a Cantagallo.
    Ma sto divagando, di nuovo. Perdonatemi. La Lombardia mi ha sorpresa, dicevo.
    Mi ha sorpresa con dei treni che sembravano metro (sia lode alla Trenord e alla sua capacità di avere tre formati di biglietti ferroviari tutti ugualmente inespicabili ai miei occhi), metro che sembravano treni, treni che erano delle metro, metro che erano effettivamente dei treni e se non sai da che parte andare tu per sicurezza vai a Rogoredo.
    Ho usato un biglietto giornaliero della metro per salire su un fottutissimo TRENO. Era un treno. Santo cielo, abbiamo regionali più scrausi nel Lazio ma sono sicura di appartenere allo stesso stato sovrano.
    Sono riuscita ad orientarmi con il passante e con la stazione di Porta Garibaldi malgrado tutto fosse contro di me e fossi stata miseramente abbandonata a Porta Vittoria, senza avere ben chiara neanche la geografia di Milano alla: "Se solo avessi una carta topografica riuscirei a calcolarmi le coordinate cartografiche e almeno capire da che parte devo andare. Poi mi perderei ugualmente."
    La Lombardia mi ha stupito perché ho fatto amicizia con i pas...

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    Last Post by ChoAyako il 15 Dec. 2014
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  2. Motivational Poster

    AvatarBy Ruri il 21 Aug. 2014
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    Last Post by Ruri il 21 Aug. 2014
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  3. Vecchia Donna Gufo

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    grafomania
    By Ruri il 18 Aug. 2014
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    Boh, lo metto qui perché sì. Le solite cose che scrivo senza capo nè coda.

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    La notte era piena di luce e profumava di gelsomino ed erba appena tagliata. Seduta sul suo trespolo di stelle la vecchia alzò il naso adunco, gli occhi chiusi e le mani artigliate ben piantate sulle ginocchia, aspirando a pieni polmoni quel profumo corroborante. Solo dopo molti minuti -forse ore, forse giorni, chissà- passati in quella posizione si decise, infine, a riaprire gli occhi.
Dovette alzare di nuovo la testa, infastidita, per incontrare lo sguardo dell’uomo davanti a lei. 
-Era ora!
    Sbottò, infilando una mano nella manica per tirarne fuori un pacchetto stropicciato di sigarette. Ne sfilò una, offrendo l’ultima al suo visitatore che rifiutò con un cenno gentile del capo. La vecchia si strinse nelle spalle, affilò gli occhi gialli e si accese la sigaretta sputando in alto il fumo della prima boccata.
    -Sei in ritardo, wanagi.
    Alzò minacciosa l’indice, quasi come un artiglio, sgridando blandamente quell’anima alta che la costringeva ad alzare la testa per essere guardata in viso. L’uomo si strinse nelle spalle, scusandosi con quel breve movimento per tutto il disturbo arrecato. Non aveva detto una sola parola ma non aveva mai smesso di guardarla negli occhi. La vecchia era felice di rispecchiarsi in uno sguardo scuro e profondo -occhi da animale, si diceva una volta, con quel marrone carico nel quale era impossibile leggere alcunché perché risucchiava qualsiasi cosa- invece che in uno giallo e rapace simile al suo: a quell’uomo non si erano mai adattati quegli occhi.
    Rispettò il suo silenzio per un po’, con la sigaretta che le penzolava all’angolo della bocca e il filo di fumo che saliva in cielo intersecandosi fra la stella polare e Cassiopea.
    Poi cominciò a sbuffare, brontolare e sistemarsi con movimenti secchi sul trespolo, spostandolo un po’ dalla strada. L’uomo non la guardava più, con lo sguardo fisso in basso, concentrato su altri pensieri.
    -Ehi, wanagi! Che pensi di fare, restare lì in eterno? Guarda che intralci il cammino.
    -Mi spiace.
    Però l’anima non distolse lo sguardo da quel che stava fissando laggiù, in basso. 
Irraggiungibile come la luna.
    -Senti un po’.
    La vecchia si alzò, traballante, con il mantello di piume che le faceva da strascico spolverando alcune stelle e coprendone altre. Si affiancò all’anima, per dare un’occhiata a quel che sembrava attirare così tanto la sua attenzione.
    -Che c’è, non sei soddisfatto? Sei così avido, ombra bianca?
    -Mi spiace.
    La Donna Gufo si tolse la sigaretta dalla bocca e lasciò cadere il mozzicone nello spazio fra il tempo, che ci pensasse quello a distruggerlo, voltando poi la testa con un tintinnio di perline. Ghignò, malevola, tirando una gomitata all’anca dell’anima che accusò senza muoversi minimamente. Non sarebbe neanche riuscita ad arrivare a colpirlo più su: era davvero un’ombra alta quella.
    -Per te, per lui, p...

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    Last Post by Ruri il 18 Aug. 2014
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  4. Nazionalismi

    AvatarBy Ruri il 23 June 2014
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    Non è poi così strano che i miei pensieri vertano sull'argomento "nazionalismo" proprio durante i Mondiali. Sarà che, come dissero gl'Inglesi all'epoca, gl'Italiani perdono le partite come fossero guerre e le guerre come fossero partite.
    L'amor di patria in Italia è quanto meno bistrattato, se non completamente dimenticato, se si esclude il furor di popolo nei confronti degli Azzurri durante la Coppa del Mondo. E' un amore labile, un fuoco di paglia, perché basta il primo inciampo e son tutti pronti a spalar merda. Giusto per usare un francesismo.
    Oppure c'è chi in odio al governo attuale dell'Italia decide di prendersela anche con la Nazionale di calcio che, a conti fatti, con la politica non c'entra niente. Nè in bene né in male: un Governo funziona o non funziona a prescindere dalle nostre vittorie o sconfitte negli stadi gremiti del Brasile.

    In realtà mi rendo ben conto che la mia idea di patriottismo e nazionalismo è quanto meno Romantica e la maiuscola è dovuta. Probabilmente sarei dovuta nascere (uomo) nel milleottocento e spiccioli per riuscire a vivere quel sogno patriottico che tutt'ora mi porto dietro. Forse è capitato, chissà? Sono un'anima antica e magari mi son passata una qualche guerra d'indipendenza qua e là, portandomi appresso questo sentimento anche ad oggi.
    Perché non posso dire di essere patriottica nei confronti del mio solo Paese. Sono patriottica nei confronti dell'idea di Patria stessa, a prescindere dal fatto che sia la mia.
    Sono davvero molto romantica.
    Avrei voluto passare la mia esistenza a combattere, spada o fucile in mano, in nome di qualche ideale relativo al mio Paese. Contro qualche nemico interno o esterno che fosse.
    Riconosco questo mio amore e imprinting nelle opere che poi finisco per amare, che si tratti del Risorgimento Italiano o del Bakumatsu Giapponese poi siamo sempre lì: combatti per liberare il tuo Paese da qualcosa e dare inizio ad una "Nuova Era".

    Forse il mio problema è che distruggere è facile.
    Non mi sarebbe dispiaciuto essere dalla parte di chi doveva distruggere; a conti fatti, malgrado il costo in risorse e vite umane, tirare giù un regime di qualsiasi sorta non è davvero così complesso (purché lo si riconosca come tale, almeno).
    Ricostruire dopo, quello è difficile.
    La mia è l'epoca in cui non c'è più niente da distruggere. Dovremmo risorgere dalle ceneri come arabe fenici ma non abbiamo idea neanche da dove cominciare. Il mondo si sta ritirando su, forse, ma le fondamenta sono le nostre ossa. E non abbiamo avuto neanche la possibilità di combattere per dire la nostra, perché tutti i combattimenti necessari erano già stati fatti.
    Possiamo solo barcamenarci nel mondo che ci siamo trovati davanti e sperare almeno di non essere un sacrificio vano. Perché la mia è senza dubbio la generazione dei sacrificati: a cosa e perché forse ancora ci sfugge.

    Proviene con ogni ...

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    Last Post by Ruri il 23 June 2014
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  5. We've all got battle scars.

    AvatarBy Ruri il 19 June 2014
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    This is an anthem for the homesick, for the beaten,
    the lost, the broke, the defeated.
    A song for the heartsick, for the standbys,
    Living life in the shadow of goodbye.

    Do you remember when we learned how to fly?
    We'd play make-believe; we were young and had time on our side.
    You're stuck on the ground,
    Got lost, can't be found.
    Just remember that you're still alive.

    I'll carry you home.
    No, you're not alone.
    Keep marching on,
    This is worth fighting for,
    You know we've all got battle scars.
    You've had enough,
    But just don't give up.
    Stick to your guns,
    You are worth fighting for.
    You know we've all got battle scars.
    Keep marching on.

    This is a call to the soldiers, the fighters,
    the young, the innocent, and righteous.
    We've got a little room to grow.
    Better days are near,
    Hope is so much stronger than fear.

    So if you jump, kid, don't be scared to fall.
    We'll be kings and queens in this dream, all for one, one for all.
    You can light up the dark,
    There's a fire in your heart,
    Burner brighter than ever before.

    I'll carry you home.
    No, you're not alone.
    Keep marching on,
    This is worth fighting for,
    You know we've all got battle scars.
    You've had enough,
    But just don't give up.
    Stick to your guns,
    You are worth fighting for.
    You know we've all got battle scars.
    Keep marching on.

    On and on, like we're living on a broken record.
    Hope is strong, but misery's a little quicker.
    Sit, and we wait, and we drown there,
    Thinking, "Why bother play when it's unfair?"
    They say life's a waste, I say they lack belief.
    They tell me luck will travel, I tell 'em that's why I've got feet.
    Left, right, left, right,
    Moving along to the pulse of a heartbeat.
    This could be the last chance you have to fly.
    Do you like the ground? Want it to pass you by?
    Man, you had it all when you were just kid.
    Do you even remember who you were back then?
    What do you want in life? Will you be twice as strong?
    What would you sacrifice? What are you waiting on?
    Don't stop, march on.

    I'll carry you home.
    No, you're not alone.
    Keep marching on,
    This is worth fighting for,
    You know we've all got battle scars.
    You've had enough,
    But just don't give up.
    Stick to your guns,
    You are worth fighting for.
    You know we've all got battle scars.
    Keep marching on.


    Paradise Fears - Battle Scars.

    Last Post by Ruri il 19 June 2014
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  6. Fifa World Cup 2014 - Brazil

    AvatarBy Ruri il 18 June 2014
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    Dev'essere nata una nuova moda, mentre ero distratta.
    E' vero che seguo il calcio attivamente solo ogni quattro anni (il campionato di Serie A lo seguo con meno passione, ma d'altro canto c'è anche meno in gioco, no?) ma si parla del mondiale. Il Mondiale è il Mondiale.

    Dicevo, dev'essere nata una nuova moda in questi quattro anni di buco.
    Tutto è cominciato, a quel che vedo, nel 2006.
    Germania '06, quando l'Italia vinse i Mondiali ai rigori sulla Francia. Ce la ricordiamo tutti la testata di Zidane e il rigore sbagliato da Trezeguet.
    Bene, passiamo all'edizione successiva.
    SudAfrica '10, gli ex-Campioni del Mondo (l'Italia) vengono eliminati alla fase a gironi con ignominia. All'Italia non succedeva dal '66, ci scrissi un post. La Spagna batte in finale l'Olanda e vince la Coppa del Mondo. Gli Olandesi, che non hanno mai vinto niente continuando ad arrivare in finale incazzati come mandrilli, se la legano al dito.

    Oggi, Brasile '14.
    L'Olanda ritrova la Spagna. L'Olanda asfalta la Spagna in memoria dei bei vecchi tempi andati.
    Iker Casillas piange.
    La Spagna, ex-Campione del Mondo, viene calcioruotata fuori alla fase a gironi perdendo contro il Cile (che si è strameritato la vittoria, la Spagna si è ricordata di dover giocare a 10 minuti dalla fine).

    Quindi com'è che funziona ora?
    Prima vinci il mondiale, poi ti fai catapultare fuori alla fase a gironi quattro anni dopo?

    Sarà una nuova regola di fair play.










    Scommetto che i Tedeschi non la seguirebbero.
    Last Post by Ruri il 18 June 2014
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  7. Cecità

    AvatarBy Ruri il 17 June 2014
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    La moglie del medico legge via via le targhe delle strade, di alcune si ricorda, di altre no, e a un certo momento capisce di essere disorientata e persa. Non c’è dubbio, si è persa. Ha fatto un giro, ne ha fatto un altro, non riconosce più né le strade né i loro nomi, e allora, disperata, si è accasciata su quel terreno sporchissimo, impastato di fango nero, e, priva di forze, di tutte, è scoppiata a piangere. I cani l’hanno circondata, fiutano i sacchetti, ma senza convinzione, come se l’ora di mangiare ormai fosse passata, uno la lecca in faccia, forse lo hanno abituato fin da cucciolo ad asciugare i pianti. La donna gli tocca la testa, scorre la mano sul dorso inzuppato, e le altre lacrime le piange abbracciata a lui. Quando finalmente alzò gli occhi, mille volte sia lodato il dio dei crocevia, vide davanti a sé una grande mappa, uno di quei cartelloni che gli uffici turistici comunali sparpagliano nel centro delle città, per lo più per uso e tranquillità dei visitatori, che non solo vogliono poter dire dove sono stati, ma hanno anche il bisogno di sapere dove si trovano. Adesso, siccome tutti quanti sono ciechi, sembra facile dire che sono stati male utilizzati i soldi spesi, è che in definitiva bisogna avere pazienza, dare tempo al tempo, ormai dovremmo averlo imparato, e una volta per tutte, che il destino deve fare tanti e tanti giri prima di giungere da qualche parte, lo sa soltanto lui quanto gli sarà costato portare qui questa mappa per indicare a questa donna dove sta. Non era tanto lontana quanto credeva, aveva unicamente deviato per un’altra direzione, dovrai solo proseguire per questa strada fino a una piazza, lì conti due traverse a sinistra e poi svolti alla prima a destra, è quella che cerchi, il numero non lo hai dimenticato. A poco a poco i cani sono rimasti indietro, qualcosa li ha distratti via facendo, oppure sono talmente abituati al quartiere che non vogliono lasciarlo, soltanto il cane che aveva bevuto quelle lacrime ha accompagnato chi le ha piante, probabilmente questo incontro della donna e della mappa, tanto ben preparato dal destino, includeva anche un cane.

    José Saramago, Cecità

    Abbiamo tutti bisogno di un cane delle lacrime.
    Last Post by Ruri il 17 June 2014
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  8. Dal tetto

    AvatarBy Ruri il 10 May 2014
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    Oggi sono salita sul tetto.
    Accompagnavo mio padre a controllare alcune faccenduole relative al fotovoltaico e via dicendo (le stesse che mi hanno fatto fare la doccia un po' come Gaber: calda, fredda, calda, fredda, giusta ma per poco, artico, inferno ).

    Non ci ero mai salita sul tetto e mi sono tolta le pantofole per camminarci un po' meglio, ma non è che ci abbia camminato poi così bene. Le tegole si muovono e sono scomode, troppo calde sotto i piedi. Il mondo di sotto è il tuo giardino, lo conosci, ma lo vedi dalla cima dei pini e sembra distante e diverso. Basta voltarsi un minimo per vedere fino alle colline all'orizzonte, senza più niente che intralci la vista se non i capelli che il vento ti sbatte continuamente in faccia.
    Mi sono seduta e sarei rimasta volentieri seduta lì, forse a dormire ad un certo punto, ma mi sarei rialzata cotta come una braciola.

    Ero sul tetto e ho pensato, distintamente: "Il mondo è bello."
    Proprio oggi che mi ha preso uno scatto d'invidia, di quelli potenti, che capitano quando guardi qualcuno che sotterraneamente disprezzi riuscire in qualcosa che a te non è riuscito. E pensi: "Non è giusto. Non è meglio di me, perché io ho dovuto assaggiare il fallimento nella stessa situazione ed invece lui no? Perché mai dovrebbe riuscire dove io ho tentato e fallito?"
    I sogni s'infrangono e ti restano in mano a lungo dopo essere diventati cenere.

    Eppure, il mondo è bello. Questo mondo che attraversiamo così, nella speranza di lasciare un segno di qualcosa, come se fosse davvero rilevante lasciare traccia di se stessi (no, non lo è); questo mondo che malgrado tutto il fango e l'orrore è davvero bello.
    Forse sono solo contenta che ci sia il sole, oggi. Forse sono solo contenta di sapere che esiste davvero del buono attorno a me e allora probabilmente esiste anche dentro di me.
    Last Post by Ruri il 10 May 2014
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  9. E' l'una di notte e tutto va bene

    AvatarBy Ruri il 8 May 2014
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    Quando ti trovi all'una e (quasi) mezzo di notte su internet la cosa più furba che puoi decidere di fare è aggiornare il blog.
    Però non hai neanche abbastanza neuroni accesi per farlo in maniera sensata, giacché li hai persi tutti su Like a Prayer stasera e sai bene che ne perderai altri perché Madonna, malgrado il nome, non perdona.
    Cerchi di sopravvivere al trauma allora e l'unica cosa sensata che riesci a fare è cambiare fandom.
    Cambiare manga, per lo meno.
    Cambiare qualcosa.
    Soprattutto nel momento terribile (ricordate? Quel momento terribile) in qui ti rendi conto che stai davvero stampando l'aku per ricamarlo sul karateji di tua madre e ti senti anche un poco blasfema.

    Ma in fondo, cosa importa.

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    Sanosuke Zanza Sagara.

    Call me Zanza.

    p.s.
    Arrivo sempre ai manga con una generazione di ritardo, ma almeno non devo aspettare le uscite mensili per leggerli. Fufufufu.
    Last Post by Ruri il 8 May 2014
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  10. Il Livore dei Secoli

    AvatarBy Ruri il 5 May 2014
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    E che altro dire?
    Troppo tempo che non ascolto Guccini.
    Last Post by Ruri il 5 May 2014
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